Roma, dal Centro al Laurentino: i comitati anti degrado per salvare i quartieri

Roma, dal Centro al Laurentino: i comitati anti degrado per salvare i quartieri
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Giovedì 16 Maggio 2024, 07:08

LA MAPPA

Ognuno in modo diverso, ma tutti con lo stesso obiettivo: eliminare ogni forma di illegalità dai quartieri, anche se questo a volte significa esporsi in prima persona. È quello che fanno, o comunque cercano di fare, da anni gli abitanti di diverse zone di Roma. Dalla periferia al Centro sono sempre di più i gruppi di cittadini che organizzano azioni pacifiche e concrete per allontanare la malavita e riconsegnare i quartieri a chi li vive onestamente. C'è chi cura gli spazi verdi sottraendoli agli spacciatori o a chi favorisce la prostituzione, ma anche chi organizza flash-mob, raccolte firme o passeggiate della legalità. Gli esempi sono infiniti.

LE MINACCE

A volte non mancano però ritorsioni e minacce, come successo a Tor Bella Monaca alle “mamme coraggio” che avevano deciso di “sacrificare il proprio corpo” dopo che le vie dello spaccio erano diventate anche un circuito per corse clandestine. Per settimane hanno occupato la carreggiata impedendo così ai piloti di sfrecciare. A sostenerle il prete antimafia don Antonio Coluccia e l'associazione Torpiùbella, guidata da Tiziana Ronzio, che vive sotto le minacce dei clan per le sue denunce contro i Moccia e lo spaccio. E come lei anche don Coluccia, aggredito durante una passeggiata per la legalità. Prima delle “mamme coraggio” a opporsi alle violenze nel loro quartiere erano stati alcuni abitanti del Laurentino 38, specialmente dopo il raid punitivo nel bar di via Filippo Tommaso Marinetti dove gli aggressori sono quasi riusciti ad ammazzare di botte il proprietario. Il motivo? Quel bar rappresenta uno dei pochi avamposti di legalità all'ombra delle torri del Laurentino.

Questi sono stati solo alcuni tra i casi più eclatanti. Ma la lotta dei cittadini onesti, che vogliono aiutare le forze dell’ordine contro la microcriminalità, prosegue ogni giorno.

L'ALLARME CORRE SUI SOCIAL

A Collina Fleming dopo che diverse attività sono state prese di mira dai ladri, i negozianti hanno pensato di ingaggiare la vigilanza privata per pattugliare la zona tenendo collegati gli antifurti alla sala operativa. Se ne è già discusso in una chat che raggruppa centoventi imprenditori. Ma l’ipotesi è quella di allargarla anche ai condomini perché l’unione fa la forza.

Un concetto sostenuto anche dal gruppo Facebook Rione XV Esquilino, come spiega Carmen Trimarchi, uno dei membri del gruppo da sempre impegnata per migliorare il quartiere, eliminando anche lo spaccio sotto i portici di piazza Vittorio. «Per ripristinare la legalità dobbiamo essere uniti. Più siamo e più riusciamo ad attirare l'attenzione di forze dell'ordine e istituzioni», racconta Trimarchi che - insieme ad altri 30 abitanti riuniti grazie a un passa parola sui social e via chat - una notte è scesa in piazza iniziando a chiamare le forze dell’ordine affinchè intervenissero. «Ora - prosegue - stiamo cercando di fare la stessa cosa per eliminare il mercatino abusivo di fronte al mercato dell’Esquilino».

Segnalazioni via chat, telefonate e raccolte firme per chiedere aiuto alle istituzioni, come succede anche per l’allarmante situazione dell’ex borghetto degli artigiani, l'area verde nel quartiere Prenestino Labicano, nota per essere una zona di degrado e di spaccio.

CURARE IL VERDE PER DIRE STOP

«Il degrado del resto - osserva Laura Franchitti, membro del Comitato Parco delle Finanze – Castro Pretorio - chiama la microcriminalità». Ed è per questo che il suo comitato da circa quattro anni si sta prendendo cura dell’area verde di piazza delle Finanze, che per molto tempo è stato luogo di spaccio e di prostituzione. La stessa cosa è successa al Parco Barone Rampante di Tor Sapienza, a quello di viale Quattro Venti e al parco di via Giulio Tarra a Monteverde. Solo per citarne alcuni. Tutte zone che sono tornare a vivere grazie all’impegno dei cittadini che ha consentito di “strapparle” ai criminali.

LE FIACCOLATE

Mentre alcuni curano il verde altri proseguono la lotta con le passeggiate della legalità o le fiaccolate silenziose, come quelle organizzate a Tor Bella e a Corviale, o quella annunciata dal Comitato di quartiere Don Bosco-VII Municipio per il 25 maggio. Partendo da piazza dei Consoli approderanno nell’isola pedonale di via Flavio Stilicone. Il “silenzio” simbolico arriva dopo le tante denunce e segnalazioni portate avanti dal comitato la cui presidente, Tiziana Siano, con altri rappresentanti, per ben due volte sono già stati in prefettura per cercare sostegno nella lotta contro lo spaccio, il racket delle occupazioni abusive che terrorizza gli inquilini delle case Ex Inps ed Enasarco, fino alla movida selvaggia che imperversa nell’isola pedonale. «Siamo l’unica zona di Roma – dice l’avvocato Siano – in cui non viene applicata l’ordinanza anti-movida. Eppure cosa c’è in questo quartiere lo sanno tutti. Il funerale show dei Casamonica dovrebbe ricordare qualcosa». Non è facile nemmeno per loro la battaglia per la legalità. Una delle prime attiviste del comitato, quando ancora le adesioni non erano alte, venne affrontata per strada a brutto muso: «Se non la smetti, vedi che fine che fai». A Porta Portese, invece, i cittadini scendono in piazza per incontrarsi e discutere insieme dei problemi legati allo spaccio nel Giardino Gattinoni e dei furti nelle case. «Martedì - racconta la presidente del comitato La Voce di Porta Portese, Laura Clerici, - eravamo più di 40 persone in via Ettore Rolli. È un esperimento di comunità che serve per attirare attenzione. È un modo di alzare la voce, in senso buono, e porre fine alla criminalità».

Alessia Marani

Luisa Urbani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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